Camorra e politica nell’Agro. “A Fra’, te serve ‘na bella luminaria?”
di Ernesto Scelza

Pensavamo di non sentirla più quella frase: “a Fra’, che te serve?”. La rivolgeva uno dei fratelli Caltagirone, palazzinari romani, al poco ‘onorevole’ Franco Evangelisti, azzimato braccio destro del potentissimo ministro Andreotti, al tempo dell’imperante ‘Divo Giulio’. E invece l’abbiamo ascoltata di nuovo: “Fra’, facci sape’, siamo a disposizione”, questa volta con l’accento napoletano. Pronunciata da Antonio Franco, del clan camorristico dei Serino, all’indirizzo di Franco Annunziata, esponente del Nuovocentroestra, già consigliere provinciale e candidato Ncd a Sindaco di Sarno nel maggio scorso. Annunziata avrebbe potuto favorire gli interessi camorristici dei Serino nella zona industriale sarnese. L’intercettazione è parte dell’inchiesta che ha portato all’arresto di ventuno persone del clan che operava nell’area vesuviana e nell’Agro nocerino-sarnese. I Serino, coinvolti nel traffico di droga e nella gestione di sale scommesse e videopoker, miravano a penetrare nell’attività economica del territorio e avevano bisogno di un referente politico. Avevano puntato su Annunziata ed erano disposti a sostenerlo in ogni modo. Per garantirgli la simpatia popolare, avevano perfino pensato ad addobbare le luminarie natalizie a Lavorate, la frazione di Sarno in cui abitava: una specie di ‘inchino’. Un particolare che ci ha fatto sorridere, ricordandoci l’ormai famoso ‘inchino’ che in comandante Francesco Schettino fece davanti all’isola del Giglio e che causò 32 morti e il naufragio della Costa Concordia. Ma il sorriso ci si è subito spento. “Come sono diventate importanti le luci di Natale per chi vuole raccattare un po’ di consenso” ci siamo detti.