Caso Sallusti in Belgio, con epilogo pro-direttore
Un “caso Sallusti” scoppia anche in Belgio, dove un giornalista accusato di aver etichettato un magistrato come “di parte” è stato condannato a pagare un euro simbolico di risarcimento danni.
La notizia in Italia si presta a facili paragoni con la vicenda che ha visto protagonista il direttore de “il Giornale”. In Belgio, invece, fa scoppiare una vera e propria polemica sulla libertà di espressione.
«Questo sistema va completamente riformato altrimenti smettiamo immediatamente di pubblicare editoriali” – ha dichiarato il presidente della federazione dei giornalisti fiamminghi dopo la sentenza di condanna del giornalista belga.
Ma andiamo con ordine e ricapitoliamo i fatti: il direttore del quotidiano belga “De Morgen”, Yves Desmet, è stato condannato per un editoriale del 2012 in cui interveniva su una guerra tra giudici ad Anversa sul delicato dossier di una frode fiscale nel settore dei diamanti, sul cui commercio si fonda l’intera economia della città. La guerra era tra il magistrato che si occupava del caso, che voleva portare in giudizio i commercianti sospettati di aver evaso 300 milioni di euro di tasse, e il procuratore che premeva per una transazione tra i commercianti e il fisco.
Il direttore di “De Morgen” prese posizione scrivendo, nella rubrica “Opinioni” del suo giornale, che il procuratore mostrava più zelo nel perseguire “i piccoli lavoratori in nero piuttosto che i grandi criminali appartenenti alle elite”, definendo la sua idea come “una giustizia di classe”.
La moglie del procuratore in questione, un magistrato, ha chiesto 19.000 euro di danni per la sua famiglia per i presunti danni causati dall’editoriale di Desmet.
La sentenza del tribunale è giunta oggi e ha stabilito che l’editoriale “si basa sulla percezione personale del giornalista, e l’affermazione ‘giustizia di classe’ manca dell’oggettività dell’informazione”. L’editorialista è stato condannato a versare un euro simbolico di danni.