Dovere di cronaca e diritto di informazione
di Ernesto Scelza

Qualche giorno addietro alcuni organi di informazione, come Rainews24, hanno annunciato che non si sarebbero più prestati a farsi megafono dei messaggi elaborati dagli ‘esperti della comunicazione’ dell’Isis, e non avrebbero più trasmesso i filmati confezionati per sostenere la loro terrificante propaganda.
E davvero tutti ci rifiutiamo di essere i terminali di una comunicazione che punta solo al nostro condizionamento, di essere manipolati.
Ma non sappiamo se quella decisione di limitare il dovere di informazione sia la più corretta. Forse si potrebbe, semplicemente, richiamare al dovere di ogni giornalista di considerare le fonti solo delle indicazioni di ricerca, dei dati su cui lavorare. Per far emergere il contenuto di informazione che è celato dietro i messaggi ‘preconfezionati’. I giornalisti dovrebbero soltanto lavorare di più e meglio, e resistere alla tentazione di “arrivare primi sulla notizia”, di “fare lo scoop”.
Suggeriamo, addirittura, di fare lo stesso con le interviste e le dichiarazioni dei politici. Che per colpire l’opinione pubblica la sparano sempre più grossa, e con toni sempre più sprezzanti. Matteo Salvini, xenofobo e razzista, definisce ‘razzista’ la politica di accoglienza dei profughi dalle guerre che infuriano nel Vicino Oriente. Si allea con i neofascisti di CasaPound e attacca come ‘squadristi’ i giovani che protestano contro questa alleanza. Il 5stelle Alessandro Di Battista, alleato in Europa con la destra xenofoba di Nigel Farage, bolla come ‘nazista’ la politica della Ue. Per non dire degli ospiti dei ‘Talk’ televisivi, che non sanno più cosa fare per catturare l’attenzione degli spettatori.
Un suggerimento: e se non li si invitasse più in studio? Se a Salvini, a Di Battista o chi come loro non li si intervistasse più? Non potremmo, con vantaggio di tutti, limitare il dovere di cronaca, per avere una informazione più seria?