È morto Pannella, ecco le sue battaglie di libertà
È morto Marco Pannella. Il leader radicale era da tempo malato di cancro. Aveva 86 anni e da ieri era ricoverato nell’ospedale Nostra Signora della Mercede di Roma a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni.
di Francesco Cancellato

«Tutti, tranne i radicali». Quante volte, sui giornali e nei servizi televisivi di cronaca parlamentare si è sentita questa frase, usata per descrivere uno consenso (quasi) unanime delle forze politiche. Fosse stato un altro partito dell’uno, o due, o zero virgola, nessuno avrebbe marcato quella differenza. Eppure, aveva senso farlo. Perché, per quanto paradossale, Marco Pannella e il Partito Radicale – nelle sue infinite e cervellotiche metamorfosi – hanno avuto un peso enorme nel determinare l’agenda politica del Paese e nel cambiarne la fisionomia culturale.Può sembrare pleonastico ricordarne i successi, dal divorzio all’aborto, dall’abbandono del nucleare ai diritti degli omosessuali, dall’obiezione di coscienza alservizio militare sino alla responsabilità civile dei magistrati. Del resto, anche per chi non li conoscesse o se ne fosse dimenticato, lo faranno tutti, in questi giorni di coccodrilli.
Ciò che più faticosamente e sbrigativamente sarà ricordato saranno gli insuccessi di Pannella e dei suoi. O meglio, tutte le battaglie che sono rimaste minoritarie. Quelle che ancora oggi trovano il disaccordo di tutti, tranne i radicali. Spoiler, sono più di quelle vinte. E non sono meno importanti.
C’è la battaglia anti-clericale per eccellenza, quella della fine del Concordato tra Stato e Chiesa. O meglio, dei retaggi di un passato fatto di privilegi fiscali e di ingerenze sulla vita politica del Paese – buon ultima quelle del Cardinal Bagnasco sulle unioni civili. E poi c’è l’abolizione della pena dell’ergastolo, oggetto di un referendum del 1981, incompatibile, a rigor di logica, con un Paese che prevede una finalità di reinserimento sociale alla pena detentiva.
La si può pensare in qualunque modo. Ma è indubbio che siano battaglie e questioni che tracciano il sentiero attraverso il quale un Paese decide cosa vuole essere e quel che vuole diventare. E in fondo, è questo quel che Pannella ci lascia in eredità, come fosse un testimone. Le sue sconfitte. Insieme a una lezione: che è possibile cambiare le cose anche quando nessuno le vuole cambiare. Tranne noi.
(da Linkiesta online)