Essere dalla parte della selvaggina e degli uccelli a Salerno
di Ernesto Scelza

Ci faremo dei nemici con questo VR, ma ci ha colpito l’enfasi con cui è stato annunciato l’avvio a Salerno del ‘Corso di aggiornamento per guardia venatoria volontaria’, finanziato dalla Regione Campania e organizzato dalle associazioni venatorie. All’evento inaugurale non mancava nessuno: c’era la Federcaccia, c’era l’Enalcaccia, c’era l’Arcicaccia. C’era anche Liberacaccia, che ha un nome agghiacciante, pensate: caccia libera, senza limiti né confini. Non c’è da essere preoccupati? C’era poi l’ANUU, l’associazione dei ‘migraturisti’: pensiamo quelli che attendono il passaggio degli uccelli migratori per stenderli con le fitte rose dei pallettoni. E c’era l’Ente Produttori di Selvaggina, che immaginiamo siano quelli che allevano gli animali per offrirli allegramente allo spasso degli sterminatori. Non mancavano gli accademici. Esperti di Parassitologia e Veterinaria della prestigiosa Università di Napoli. Ci chiediamo: non dovrebbero salvaguardarli e salvarli, gli animali, i veterinari? Già, ma questi vengono dall’università fondata da Federico II, un appassionato di caccia che la praticava con il falcone, tanto da dedicarvi un venerato trattato. Ma la caccia col falcone che si praticava nel medioevo, aveva ancora qualcosa di epico, se non di poetico, mentre la caccia ai giorni nostri è uno spropositato uso di armi sempre più micidiali e sofisticate che non lasciano scampo ad alcuna selvaggina. Ed è un mondo, quello che ruota su questo che alcuni si spingono a considerare un “nobile sport”, che muove interessi enormi: non solo l’industria delle armi, ma di accessori costosi e di turismo venatorio. Per tacere del fatto che i cacciatori sono tanti e solleticano gli appetiti dei politici, pronti ad accaparrarsi il consenso di ogni frazione di elettorato.