La madre morta di Salerno
di Rino Mele
Prigioniera del suo essere madre, da morta
ha continuato a lottare in un più
profondo
annegare, il figlio (-c’era
un altro in quella stanza- dice) rimasto a tagliarle
il respiro.
Da bambino s’era nutrito di lei, latte e veleno,
una crudele dissociazione lo spingeva in
quel furore, l’aggressione gridata, un nero amore
generato
da stretti pensieri.
Chiederle di morire
era un rito quotidiano, il necessario suicidio
per vedersi morto su una croce, e da lei pianto.