Le rivelazioni dei pentiti sulla ‘Terra dei Fuochi’
di Ernesto Scelza

Sono clamorose e allarmanti le ultime dichiarazioni di Gaetano Vassallo sulla ‘Terra dei Fuochi’. L’imprenditore, che gestiva le discariche per conto della camorra rivela come le ecomafie, per decenni, hanno avvelenato il territorio tra Napoli e Caserta interrandovi i veleni prodotti dalle industrie del Nord: “so quello che abbiamo scaricato e dove lo abbiamo portato. Ci sono i fanghi dell’Acna di Cengio, ci sono le ceneri dell’Ilva e la calce spenta dell’Enel”. Non è la sua prima rivelazione da quando, per timore della vita, ha deciso di collaborare ha parlato del traffico dei rifiuti tossici in Campania e delle coperture politiche di cui godeva. E non è il primo ‘pentito’ che ha svelato l’intreccio tra affari, camorra e politici nascosto dietro ‘Terra dei Fuochi’. Prima di lui, Carmine Schiavone aveva svelato le complicità di cui ha goduto il traffico dei rifiuti tossici. Ma oggi le rivelazioni di Vassallo sono da brividi. Parla di “fanghi tossici sparsi usando le pompe per irrigare i campi”. D’accordo, le sue affermazioni hanno bisogno di riscontri, ma ci appaiono coerenti con quanto già sappiamo da anni. Da ‘Gomorra’ in poi. Ci sono le indagini svolte dal maresciallo di Finanza Giuseppe Carione, dal 1989 al 2004 in servizio presso la compagnia di Aversa. Ci sono quelle di Roberto Mancini, il poliziotto morto il 30 aprile scorso per un linfoma contratto mentre indagava sui rifiuti tossici della Q8 e dell’Indesit. E ci sono le rivelazioni dell’ultimo ‘pentito eccellente’ dei Casalesi, Antonio Iovine. ‘O ninno, il ‘ministro delle finanze della camorra’, è depositario di informazioni preziose per gli inquirenti. Per liberare la Campania dei veleni tossici della camorra.