Morto il 4 luglio il programma degli F35
di Ernesto Scelza

È un giorno importante per gli Usa, il 4 luglio, l’Indipendence Day, in cui si celebra il distacco delle prime 13 colonie dal Regno Unito di Gran Bretagna, nel 1776. È un giorno vissuto con partecipazione da tutti gli Americani. Lo ricordiamo anche noi. Che vi scorgiamo l’inizio di quel processo che, con la Rivoluzione francese e la Rivoluzione industriale, ha costituito il Mondo contemporaneo. Ma quest’anno, il 4 luglio è stato funestato da un evento che deve far riflettere. Il programma delle parate non ha visto protagonisti i ‘Lockheed Martin Corp F-35’, che non parteciperanno nemmeno al ‘Farnborough International Airshow’ e al ‘Royal International Air Tattoo’, in Inghilterra: due eventi importanti per l’industria militare. Barack Obama ha sospeso i voli del tanto contestato aereo in attesa di verifiche tecniche sulla sua progettazione, dopo l’incendio di un velivolo nella base di Eglin, in Florida. Al programma di costruzione degli aerei è interessata anche l’Italia, che con il Governo del ‘NonpiùCav’, ‘Nonpiùniente’ Berlusconi, al tempo del G8 dell’Aquila nel 2009, si era impegnata ad acquistare 131 aerei, nelle versioni a decollo tradizionale e a decollo verticale. Costo: 16 miliardi di Euro. Nel 2012 il numero venne ridotto a 90, per un costo di 14 miliardi. In verità altre stime parlano di oltre 50 miliardi, ma il punto è che questi aerei, oltre che costosi, sono anche insicuri e inaffidabili. L’attuale Governo ha dato segnali di voler ridimensionare la partecipazione al ‘Programma Joint Strike Fighter’, tanto che lo scorso marzo Obama si è precipitato a incontrare Renzi e Napolitano. Al momento il programma è sospeso. Ma noi diciamo: e se lo cancellassimo del tutto? Impiegando i 130 milioni di costo per ogni singolo aereo nella messa in sicurezza del territorio.