Papa Francesco cambierà la Chiesa. Cambierà il mondo.
di Ernesto Scelza

Ogni giorno Papa Francesco fa un passo nella direzione del profondo rinnovamento della Chiesa. Nell’intento di portare i preti-pastori a contatto con le loro pecore, fino a farli puzzare. Come le loro pecore. Per restare agli ultimi giorni: rivolto al popolo dei credenti ma non solo, il 5 marzo ha affermato: “Dobbiamo ritornare a Dio perché qualcosa non va bene in noi, nella società, nella Chiesa e abbiamo bisogno di cambiare”. E ieri, nell’incontro con il clero romano ha parlato di sofferenza pastorale, dell’incapacità da parte dei preti di piangere con i fedeli, di lottare con Dio per il loro popolo, come fece Abramo. Francesco ha già rivoluzionato la curia romana. Ha -lui sì- rottamato tutti quelli che avevano preso come in ostaggio il vecchio ‘Papa-teologo’ Ratzinger. Ha messo mano allo ‘Ior’, la banca vaticana complice, negli anni bui della nostra Repubblica, della finanza nera e della criminalità organizzata. Con semplicità, senza mostrare di sconvolgere la dottrina teologica, sta praticando un nuovo Vangelo. Ne siamo tutti presi e affascinati. E lo dico da laico, lontano da alcun credo religioso. Che rivoluzione sarà il cambiamento che Francesco saprà imporre alla Chiesa? E non è da credere che da qui a qualche anno ci accorgeremo tutti che la rivoluzione di Francesco ha cambiato il mondo? Che noi stessi non siamo più quelli di prima. Che i valori finti e plastificati di questo nostro tempo triste non valgono niente. Che tornerà ad avere senso dire ‘prossimo’. Che il dolore di chi ci è più vicino, e che oggi non ci accorgiamo nemmeno che esiste, sarà avvertito come nostro, di ognuno di noi, e chiederà giustizia.