Persone naturali e strafottenti
di Rosaria Fortuna
Del resto l’accettazione dell’omosessualità, per Giuseppe Patroni Griffi, passa anche attraverso la continua riscrittura di testi per il teatro, ambito in cui, il suo naturale anticonformismo e il suo sguardo sofisticato e limpido sul mondo, trovano il giusto approdo.

Non a caso di “Scende giù per Toledo” c’è poi un seguito teatrale dal titolo” Persone perfette e strafottenti” con medesima ambientazione e con Pupella Maggio.
A riprova che “Scende giù per Toledo” è una parte importante nella storia umana e professionale di Giuseppe Patroni Griffi.
Più efficace di qualsiasi outing, grazie al suo essere un inno alla femmilità. Inno che Giuseppe Patroni Griffi ha talmente accolto, da usare come pretesto letterario proprio un femminiello, il punto più alto della incarnazione del desiderio, in quanto desiderio potenziale.
Perché quello che insegna “Scende giù per Toledo” è che le donne sono un’idea, sospese nella caverna di Platone e come tali non definibili solo in virtù del genere.
La donna è perciò qualcosa verso cui tendere, non al punto di amputarsi o di modificare la propria condizione di genere, vista come condanna ma semmai di scegliere di essere donna malgrado il genere. Questo permette di non perdere di vista proprio il desiderio che di sé si vuole proiettare nell’altro.Una visione tutt’altro che passiva o scontata della femminilità. Perché l’amore per sé e per come si è, nell’intimo del desiderio, è il proiettore che ognuno orienta e niente conta se non questo. Oltretutto, il libro risente delle frequentazioni con il gruppo dei ragazzi di Chiaia, frequentazioni di cui si avverte l’eco, tra tutti quelli di Raffaele La Capria, Francesco Rosi, Antonio Ghirelli. Come c’è l’eco delle produzioni cinematografiche “on the road” italiane, vedi “La ragazza con la pistola” di Mario Monicelli con una Monica Vitti parente stretta di Rosalinda pure nel finale. Finale che nel caso di Rosalinda porta a le bianche scogliere di Dover, che fu anche un film, oltre che Eden letterario, mentre nel caso della ragazza con la pistola porta a Londra. E quindi la passione per il cinema, instillatagli dalla madre da piccolo, rientra e diventa parte della sua mappa testuale, vista anche la necessità di tingere di biondo Rosalinda e di darle come amiche delle Marlene. Tra l’altro, oltre a “Metti una sera a cena”, alla colonna sonora e alla canzone che ne scaturì, sempre scritta da lui e cantata da Florinda Bolkan e da Milva, c’è da ricordare anche la sua collaborazione ad “Identikit”, film con Elizabeth Taylor come protagonista e un cast internazionale. Perché Giuseppe Patroni Griffi, non voleva essere ricordato solo come regista teatrale ma anche e soprattutto come scrittore. Così “Scende giù per Toledo”, per tutte queste ragioni, è la sua opera di narrativa più importante perché è un’opera in cui la vita dell’autore diventa un grande occhio di bue sul mondo, mondo che non è né giusto né sbagliato ma vario, doloroso, velocissimo e soprattutto on the road. La ragione per cui “Scende giù per Toledo” non solo deve trovare posto nelle librerie ma deve accompagnare lo scandire del tempo di ognuno, visto che è un romanzo sulla vita, sull’amore e sulla dignità di stare al mondo indossando le proprie di scarpe, senza stare a pensare a quel “ricchione”, una parola non tesa a determinare l’identità di Rosalinda ma a farla accettare a suo padre, al punto da metterla alla porta, diversamente non avremmo l’urlo e consegnarla sola ma libera al mondo. Il suo.