Villaggio Italia, finita l’era Berlusconi
di Angelo Giubileo

Finita l’era Berlusconi (yuk), dal 2011 i governi italiani sono stati espressioni di variegate maggioranze. All’inizio si è trattato di governi tecnici, più confacenti ai dettami da realizzare, in linea con i parametri di bilancio ispirati alla scelta politica del “vincolo esterno”, maturata nel corso degli anni settanta grazie al tecnico Guido Carli. Poi, di governi politici, espressioni di maggioranze larghe o condivise. Solo per una minoranza, compromissorie, e per quelli tra coloro che si definiscono oggi populisti o radicali di destra o di sinistra.
Ma, persisto nel dire che: la realtà cambia! E noi, con essa! Eppure, soprattutto gli italiani pare che stentino a capacitarsene. Il filosofo David Hume (1711-1776) – contemporaneo di un ancora più famoso economista, che fu Adam Smith (1723-1790), entrambi scozzesi -, oltre due secoli e mezzo fa aveva già intuito la verità, acquisita di recente in via definitiva dalla scienza, che gli uomini hanno idee ma solo a seguito d’impressioni. E quindi che le cose, che ci sembrano reali, altro non sono invece che mere credenze, eterno frutto della nostra immaginazione: Si forma così in noi l’abitudine di considerare unite insieme le idee che vengono nominate con uno stesso nome …
E, dopo questa apparente digressione, tornando al punto in discussione, sembra che oggi il principale nodo politico dell’attuale maggioranza di governo sia rappresentato dal tema dell’alleanza tra il Pd e Verdini. Dopo il patto del Nazareno, il concomitante e perdurante sostegno a Renzi di (sempre disponibili) fuoriusciti M5S, cosa c’entra Verdini, e quindi i verdiniani, con il Pd?
Semplicemente, c’entra con il governo del paese. Ovvero, per quanto riguarda la politica, con gli interessi reali, prevalentemente economici, che forze ed esponenti di governo sarebbero e sono meglio in grado di rappresentare. Questo, c’entra.
Ah, quasi dimenticavo, fosse anche solo per un’annotazione di carattere storico. Nel terzo libro della sua famosissima opera, Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni (1776), il più che celebrato Adam Smith scriveva: L’Italia è il solo grande paese d’Europa che sembra sia stato coltivato e migliorato in ogni sua parte grazie al commercio estero e alle manifatture destinate all’esportazione lontana. In fondo, da allora, di tempo non ne è passato poi molto, per continuare a sperare che qualcosa cambi, realmente, anche nelle teste politiche di “casa” nostra.